Riapre il nostro giornale

Democrazia e Repubblica

Riapriamo La Voce Repubblicana nel formato on-line, dopo una chiusura forzosa e molto dolorosa. È inutile rivangare i problemi avuti; desidero ringraziare l’amico Francesco Nucara, che si assume la responsabilità della direzione del giornale, dell’impegno profuso per far tornare in vita la nostra testata. Devo anche ringraziare i giornalisti della Voce che si sono trovati in gravi difficoltà e che hanno attivamente operato per la ripresa della pubblicazione, nella speranza di potere pervenire quanto prima alla normalizzazione dei rapporti. La possibilità di riprendere a far sentire l’opinione dei repubblicani è anche resa possibile dal fatto che quanti si impegnano nell’impresa lo fanno con totale abnegazione.
Siamo tutti consapevoli che per rimettere in piedi il quotidiano del Pri, quando i giornali di partito chiudono i battenti, fosse necessaria partecipazione e grande impegno. Non sarà un’impresa facile. La nostra riuscita dipenderà dall’adesione e dal sostegno degli amici e degli iscritti che capiscono come noi l’importanza di avere disponibile uno spazio indispensabile per la critica e l’azione politica. Davanti alla gravissima crisi politica e morale del nostro Paese, alle minacce che si rivolgono al mondo occidentale nel suo complesso, non potevamo restare silenti. Il nostro è un appello a tutti i repubblicani: farsi avanti, superare i contrasti, focalizzare il nostro impegno nel perseguimento di alti obiettivi. Non rassegnamoci. I nostri valori e la nostra cultura sono indispensabili, soprattutto in tempi come questi. La vita politica italiana ha bisogno di un ideale purissimo da contrapporre ai troppi opportunismi che la corrodono. Abbiamo a breve un appuntamento molto importante, il nostro 47°Congresso nazionale che ci pone una riflessione e un percorso. Se qualcuno pensava che si potesse facilmente fare a meno del Partito Repubblicano, si sbagliava. L’assenza dal Parlamento del Pri, il ridimensionamento delle energie e delle risorse umane che sapeva radunare, la dispersione delle stesse in diversi schieramenti non ha giovato al Paese, alle Istituzioni, alla Democrazia. La Repubblica è divenuta più debole e non più forte; i governi che si pensavano più stabili sbandano paurosamente. Una tradizione, una cultura, ed un senso dello Stato è messo a rischio. Non si può rinunciare facilmente alla storia ed al pensiero politico del Movimento Repubblicano: le difficoltà in cui si dibatte il Paese lo testimoniano. Manca oggi un punto di riferimento saldo che noi abbiamo sempre cercato di esercitare, e ciò nonostante gli errori commessi e quelli che ancora potremo commettere. Dobbiamo superare tutti gli ostacoli con uno slancio generoso, il futuro della Repubblica ha bisogno di basi più salde. A volte abbiamo come il timore che non si sappia dove si vada, anche quando si pone l’istanza sacrosanta delle riforme. Occorre anche una volontà per riuscire ad ottenere dei risultati, e pure questa vacilla o si frantuma in mille interessi parziali. Non ce ne stupiamo, manca una corretta ricognizione della storia passata, e si creano così equivoci formidabili. Dobbiamo riprendere un percorso repubblicano e democratico, per non incorrere nel rischio di un terrificante balzo nel vuoto. Per questo non abbiamo mai pensato di rinunciare ad una battaglia che è iniziata molto prima di noi e che continuerà anche dopo di noi: la realizzazione della Democrazia Repubblicana.

Roma, 14 gennaio 2015